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La radio, la mia amante. Una storia lunga una vita.

La radio, la mia amante. Una storia lunga una vita

La mia relazione con la radio. La mia amante. Una storia lunga una vita.

È come una storia d’amore senza tempo, in cui ci si prende e ci si lascia. Si fa l’amore o si passa una notte insieme e poi via. Poi di nuovo ci si ritrova e ci si promette amore eterno.

È iniziata quando avevo 14 anni. Vivevo a Loano ma ero sempre ad Alassio perché Giulio Cardona, il mio amico storico, viveva lì, oltre a preferirla per il cospicuo afflusso di ragazze straniere che, a quell’età, rappresentavano per noi quasi uno scopo di vita. Un giorno vado negli studi di Radio Liguria International e qualcuno, di cui non ricordo il nome, mi disse:” Hai una bella voce radiofonica! Vuoi provare a mettere due dischi?”.
Allora la radio era una roba per smanettoni, più che per DJ. Bisognava soprattutto far funzionare le varie macchine per la messa in onda. Quella automatica che metteva i dischi la notte la chiamavano “robot”. Io ero appassionato di computer, ma prima che uscissero i primi Personal Computer, ero pazzo per l’elettronica e un elettronico, più o meno, sapeva dove mettere le mani.
Insomma dal giorno dopo ero in onda. Non sapevo dire niente, se non l’orario e il nome del disco. Poi l’assoluta incapacità strategica e il richiamo del fascino della conquista delle straniere sul lungomare, ha fatto sfumare tutto…

Negli anni successivi non la consideravo nemmeno un’esperienza radiofonica. Avrei detto:“ Sì, schiacciavo bottoni sotto un’antenna”, mica: “Ho fatto il DJ!”. Ma non per modestia, ma perché davvero era il lato della medaglia che ero in grado di vedere.
Poi nel 1994 circa incontro Claudio Cecchetto, gli parlo di Internet e nasce una collaborazione che vi racconterò bene un’altra volta. E rieccomi di nuovo in radio! Anche qui senza esserlo, perché ero lì per fare “Cose Internet”. Ma un giorno Claudio mi manda in onda con un ragazzo coi capelli più lunghi dei miei capelli lunghi. Era appena arrivato in radio e faceva ammazzare tutti dal ridere. Lui faceva quello che non ne capiva nulla di Internet… anzi, non sapeva nemmeno cosa fosse, come quasi tutti in quegli anni. E io spiegavo… Il programma si chiamava Internetwork City. Il ragazzo era Fabio Volo. E per la prima volta ci avevo preso gusto. Non mi sentivo più solo il tecnico… ma un “DJ”.
Però forse non avevo il coraggio di ammettere a me stesso, e soprattutto agli altri, che mi sarebbe piaciuto andare avanti a fare anche altre cose, cose che forse non ero in grado di fare… Forse ero talmente preso da Internet, che era agli albori, ed ogni giorno usciva una nuova figata da programmare… Chissà… È finita lì.
Solo oggi mi rendo conto che quello probabilmente è stato il primo programma radiofonico di divulgazione digitale.

Passa qualche anno e mi capita di fare delle partecipazioni a Radio Rai, ma anche qui c’è dietro una storia incredibile di cui vi parlerò in modo dedicato. Era circa il 1997. Preparo la famosa zero in cui parlo di telelavoro, di e-commerce, etc… Ma non va molto lontano. Quando nel 1995 uscì Real Player pensai: vorrei fare una radio online! Ma era troppo presto.

Nel 1999 vendetti un sito per quelli che allora erano tanti soldi! Oggi si direbbe:“ Ho fatto una exit”.
Con un po’ di soldi in tasca creai 3210.com, una radio on-demand con dentro vari programmi. Presi un direttore artistico top (poi gli chiedo se vuole essere citato), prendemmo Zenga a fare il programma sul calcio, Francesco Salvi a fare quello comico, creammo una “radio-novela a puntate” che si chiamava “Annamaria”. Valentina Persia che raccontava le barzellette. Uno spettacolo!
E facemmo altri 30 programmi di vario tipo con giovani divertenti. Solo che allora le radio online erano solo di flusso, Ovvero accendi e ascolti! Non mi piaceva la cosa.
Chi vuoi che ascolti tutto il giorno una radio dal computer?”. Inoltre c’era il problema della banda. Se la ciucciava la radio, non c’era per il resto. Insomma tutto fu pubblicato on-demand. In pratica un “podcast”, prima che si chiamasse così.
XML era ancora solo nei paper del W3C, e quindi avevo risolto creando una piccola App per Windows che scaricava automaticamente le nuove puntate dei programmi quando uscivano.

Dopo un anno c’è stato il boom della new economy. Scrivevano ovunque che Internet era una roba di passaggio, che ormai era passata e non avrebbe avuto futuro. Io sono diventato poverissimo per ragioni, come dire… “familiari” e ho dovuto chiudere tutto. Nel frattempo incrocio alcune esperienze televisive, ma ve ne parlo un’altra volta perché adesso stiamo parlando di radio!
Qualche anno dopo, la mia azienda viene ingaggiata per fare la prima App di RTL 102.5 e nel parlare con il proprietario… “Che voce radiofonica!”… e nasce l’idea di creare uno spazio settimanale in cui parlare di Internet in radio.
Inizia la rubrica del Giovedì in cui per la prima volta ritrovo il coraggio di “essere me”. Di non sentirmi il nerd che ne sa e basta, ma di essere MCC! Quel “misto mare” strano tra “nerdaggine” e “show” che conoscete oggi.

Si va avanti per qualche anno e poi, come molte belle cose, finisce… Forse ho dimenticato qualche “veloce notte d’amore con la radio”, qualche partecipazione a qualcosa, ma niente di serio, come si dice.

Ed eccoci ad oggi! Ormai sposato con la TV da anni, ma con quella, ancora quasi inconfessabile, passione per la radio che probabilmente è destinata a essere la mia unica amante per tutta la vita.

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